infezioni da piscina rischio contagio

Rientro in piscina: attenzione alle infezioni

L’attesa è terminata.

Dopo aver rinunciato per tanto tempo a tuffi e spruzzi, finalmente si può tornare a nuotare in piscina. Costume, cuffia, occhialetti ed eccoci pronti a lanciarci in acqua per allenarci, giocare, fare ginnastica. L’entusiasmo per il ritorno in vasca, però, non deve farci dimenticare che occorre seguire delle regole per evitare di contrarre fastidiose infezioni.

Alcune particolari condizioni rendono l’ambiente delle piscine particolarmente a rischio infezioni: la presenza contemporanea di tante persone, la temperatura elevata e l’umidità sono fattori che determinano la proliferazione di funghi, virus e batteri.

Principali infezioni da piscina

Solitamente, quando si parla di infezioni da piscina, si tende a pensare alle verruche o ai funghi. In realtà, però, ce ne sono tipi diversi.

Micosi cutanee da piscina: quali sono e come distinguerle

Quelle che più spesso ci portano dal dermatologo per un consiglio sono le micosi cutanee, anche dette dermatomicosi. Si tratta di infezioni dello strato corneo dell’epidermide, causate da funghi patogeni, microrganismi che non sono in grado di sopravvivere in maniera autonoma e che, quindi, colonizzano altri esseri viventi per potersi nutrire del loro materiale organico.

L’infezione da funghi è favorita e facilitata dall’elevata umidità sulla pelle, spesso causata dal caldo e da eccessiva sudorazione che altera il ph fisiologico della cute. È per questo motivo che ambienti come le piscine (e le palestre) possono trasformarsi in “incubatori” di infezioni fungine.

Ma esistono anche altri fattori che espongono a un più elevato rischio di infezione:

  • Obesità
  • Diabete mellito
  • Uso eccessivo di detergenti oppure uso di detergenti aggressivi
  • Terapie prolungate con antibiotici, cortisonici o farmaci immunodepressivi che compromettono le difese immunitarie

Ma quali sono le principali micosi e come distinguerle? Vediamolo insieme.

Tinea pedis ovvero il piede d’atleta

Tra le micosi più comuni c’è sicuramente la Tinea pedis (tigna del piede), meglio nota come Piede d’atleta. Come si può intuire dal nome, si tratta di un tipo di infezione che spesso affligge gli sportivi come i nuotatori. Più in generale, possiamo dire che questo fungo attacca coloro che portano avanti alcune abitudini errate come quella di indossare scarpe e calzini non traspiranti oppure quella di lavare troppo spesso i piedi, andando così ad alterare il pH che protegge la pelle dalle aggressioni esterne.

Come riconoscere la tinea pedis?

Allo stadio iniziale, l’infezione interessa l’area di pelle compresa tra le dita dei piedi, solitamente nello spazio tra il terzo e il quarto dito oppure tra il quarto e il quinto dito. In seguito, può estendersi agli altri spazi interdigitali ma anche al dorso del piede e alle unghie. La pelle è arrossata, prude e poi tende a desquamarsi, con la comparsa di screpolature cutanee. Spesso, la tinea pedis può causare anche la formazione di vesciche e pustole sulle piante e sul bordo laterale dei piedi. In un secondo momento, la pelle diventa biancastra, umida ed emana cattivo odore. Il consiglio dell’esperto è quello di non grattarsi in nessun caso poiché lo sfregamento potrebbe causare la rottura delle vescicole e una successiva sovrainfezione batterica.

La tigna del piede tende a cronicizzarsi. Anche se si tratta di una dermatomicosi superficiale che colpisce lo strato superiore della pelle, può avere conseguenze estremamente negative per la salute e provocare l’erisipela degli arti inferiori, infezione acuta che coinvolge il derma profondo e si manifesta con febbre, brividi e malessere.

 

La tinea inguinalis: l’infezione delle pieghe inguinali

Altra micosi da non sottovalutare è la Tinea inguinalis o Tinea cruris. Questa infezione fungina coinvolge le pieghe inguinali, quelle perianali, cosce e glutei ed è facilitata dalla maggiore sudorazione di queste aree corporee che porta alla macerazione della pelle. È più frequente nei maschi e il contagio può avvenire a causa del contatto con un soggetto infetto (anche per via sessuale) oppure per auto-inoculazione cioè trasferendo del materiale fungino infetto da un’altra micosi, per esempio una micosi del piede.

Come si manifesta la Tinea Inguinalis?

Questa micosi si manifesta sotto forma di grandi chiazze di colore rosso, un vero e proprio eritema, desquamato e pruriginoso, con margine netto, localizzato nell’area dell’inguine, che tende a estendersi poi verso le cosce e i glutei. Spesso lungo i bordi si formano vescicole o papule, legate all’infiammazione dei follicoli piliferi.

 

L’onicomicosi: la malattia delle unghie

Unghie fragili, che tendono a spezzarsi, deformate e giallastre?

Ecco, siamo arrivati a parlare dell’Onicomicosi, l’infezione nemica delle unghie dei piedi e delle mani. L’Onicomicosi è una malattia delle unghie estremamente comune, che può colpire uomini e donne, anche se c’è maggior incidenza dell’infezione tra gli esponenti del sesso maschile. Almeno stando alle statistiche.

La Pityriasi versicolor, chiazze di vario colore sulla pelle

Meno conosciuta ma altrettanto fastidiosa è la Pityriasi versicolor, un’infezione superficiale dovuta a un lievito saprofita dal nome evocativo: Malassezia furfur. Questo lievito, normalmente, vive nel follicolo pilosebaceo della pelle, fa parte dell’insieme di microrganismi che colonizzano la nostra cute, il cosiddetto microbiota cutaneo. In alcune particolari condizioni, però, può diventare patogeno e scatenare un’infezione che interessa il volto, il collo, il tronco e le radici degli arti.

Come si manifesta?

Vedremo comparire delle chiazze tondeggianti di diverso colore (rosa, marrone, bianco) a seconda dello stadio raggiunto dall’infezione. È proprio questa particolare caratteristica a dare il nome a questa micosi: versicolor, infatti, si riferisce a questo cambiamento di colore che si verifica col progredire dell’infezione. Può caiare

 

Lesioni cutanee di origini virale: le verruche in piscina

Quante volte andando in piscina per una bella nuotata, uscendo dall’acqua, ti sei allontanata dal bordo della vasca senza ciabattine? Ecco, se lo hai fatto, ti sei esposta alla possibilità di contrarre un’infezione virale che porta alla formazione delle verruche. Mani, piedi, gomiti e ginocchia sono i punti in cui solitamente si formano queste lesioni di origine virale, provocate dal Papilloma virus umano.

Come sono fatte le verruche?

Sono delle escrescenze cutanee dalla superficie irregolare, ruvida al tatto, forma tondeggiante, grandezza variabile. Le si potrebbe confondere con i calli, ma esiste un trucco per distinguerle. Se si fa pressione su una verruca, non si sente nulla. Se la si pizzica con due dita, invece, si avverte del dolore. Il virus spesso riesce a introdursi attraverso piccole ferite, lacerazioni o microtraumi, piuttosto frequenti in un ambiente come quello della piscina, in palestra o all’interno di uno spogliatoio. Di solito, dal momento dell’infezione alla comparsa delle verruche possono passare anche alcune settimane, il che rende difficile trattare il problema immediatamente.

Le verruche non vanno sottovalutate. Se ci si accorge di aver contratto l’infezione, è bene correre subito ai ripari. È possibile, infatti, autocontagiarsi, trasportando l’infezione da una parte all’altra del corpo. Nel caso di contatto con i genitali, è possibile che si formino i condilomi.

Esistono varie tipologie di verruche, a seconda del loro aspetto e della localizzazione:

  • Verruche volgari o comuni, anche dette porri: solitamente si diffondono a causa del contatto diretto pelle-pelle. Di solito si formano sulle dita, sul dorso delle mani, sul viso. Hanno una forma rotondeggiante e una superficie irregolare con sporgenze e rientranze. Il colore è tendente al grigio oppure bruno-nerastro. Quando le si tocca, risultano dure e possono risultare dolenti. I più colpiti sono i bambini;
  • Verruche plantari: come si comprende dal nome, si formano sotto la pianta dei piedi. Poiché sono sottoposte a continuo sfregamento, quando camminiamo e stiamo in piedi, spesso sono dolenti. Queste verruche assomigliano a dei calli piatti, ma si distinguono per la presenza di alcuni punti neri sulla superficie;
  • Verruche piane o giovanili: questo tipo di verruche si forma sul viso, sulle mani, sui gomiti e sulle ginocchia. La loro superficie è liscia, priva di irregolarità. Sono lievemente sollevate rispetto alla pelle e hanno una colorazione simile a quella della cute o poco più scura. Solitamente sono piccole e numerose.

 

Altre infezioni e irritazioni da piscina

Non solo pelle. All’interno dell’ambiente della piscina c’è il rischio di contrarre anche altri tipi di infezioni.

L’ingestione di acqua, per esempio, potrebbe determinare delle infezioni gastro-intestinali che vengono causate da un parassita, il cryptosporidium, resistente al cloro usato per disinfettare le piscine. I sintomi dell’infezione assomigliano a quelli di un’influenza intestinale: nausea, mal di stomaco, diarrea.

Anche le orecchie sono esposte.

In piscina potremmo entrare in contatto con alcuni batteri come lo Staphilococcus aureus, che è alla base dell’insorgenza della cosiddetta otite del nuotatore. Si tratta di un’infiammazione del condotto uditivo i cui sintomi sono edema, arrossamento, compromissione dell’udito con senso di ovattamento, prurito e otalgia cioè dolore all’orecchio. L’otomicosi invece è un’otite causata dal contatto con funghi.

Infine, attenzione agli occhi. Il cloro può irritarli e causare delle infiammazioni, in particolar modo nel caso di occhi chiari, più sensibili. Per scongiurare questo tipo di problemi, si consiglia di indossare sempre degli occhialini da piscina.

 

Come prevenire le infezioni da piscina?

Come dice il saggio, prevenire è meglio che curare. Per evitare spiacevoli infezioni, è sufficiente seguire questo piccolo vademecum che contiene buone pratiche igieniche per quando vogliamo andare a divertirci in piscina.

  • Quando cammini a bordo vasca, non andare mai scalzo. La pelle non deve entrare in contatto con il pavimento o i bordi della piscina dove potrebbero depositarsi materiali infetti. Non puoi vederli, ma virus e batteri sono in agguato. Non bisogna andare a piedi nudi nemmeno negli spogliatoi comuni o all’interno delle docce. Meglio usare sempre un paio di ciabattine personali pulite;
  • Segui sempre le regole relative alla doccia. Prima di entrare in acqua, occorre bagnarsi e immergere anche i piedi nell’apposita vaschetta, riempita con un liquido disinfettante. All’uscita dalla vasca, non dimenticare mai di fare nuovamente la doccia. Evita di rimanere bagnato troppo a lungo e assicurati di asciugare in modo accurato tutte le parti del corpo, in particolare piedi, mani, gomiti e ginocchia. Inoltre, evita di restare per troppo tempo con il costume bagnato addosso. L’umidità è uno dei fattori che favoriscono la proliferazione di batteri e funghi;
  • Un amico si è dimenticato l’asciugamano e stai pensando di prestargli gentilmente il tuo? Meglio di no. Si sconsiglia di condividere o scambiare ciabatte, asciugamani, accappatoi o altri indumenti e accessori che sono a contatto con la pelle per evitare il possibile passaggio di un’infezione;
  • Evita lavaggi troppo frequenti e scegli saponi a pH leggermente acido. Gd consiglia l’uso di Pentadin Plus, biodetergente ad ampio spettro con azione antimicotica e antimicrobica, capace di inibire la proliferazione di germi e batteri, particolarmente indicato se si frequentano ambienti dove è facile la contaminazione come palestre, piscine, mezzi pubblici;
  • Quando rientri a casa, ricorda di lavare e asciugare bene tutti gli indumenti che hai usato in piscina, incluso il costume. Per un’igiene profonda e sicura, consigliamo l’uso di Nevoxil detergente capace di liberare ossigeno nascente e di sanitizzare gli indumenti, agendo contro spore, funghi, cocchi e batteri.
  • Quando scegli gli indumenti da indossare, fai attenzione. Meglio non usare capi in fibra sintetica o troppo aderenti che impediscono alla pelle di traspirare, creando un ambiente favorevole alla proliferazione dei funghi.

Consigli terapeutici per le infezioni da piscina

Quando sospetti di aver contratto un’infezione, prima di intervenire, rivolgiti sempre a un esperto dermatologo. Il professionista, infatti, saprà effettuare un’attenta diagnosi dell’infezione cutanea o della micosi, suggerendo i rimedi più adatti per lo specifico problema riscontrato.

In questa fase, anche il farmacista può svolgere un compito importante, suggerendo vari farmaci da banco disponibili per il trattamento.

In alcuni casi è opportuno intervenire con un trattamento a base di anticomitici topici di vario tipo:

  • Creme, nel caso in cui l’infezione sia in una zona del corpo localizzata e senza peli
  • Unguenti, per le parti più asciutte del corpo
  • Spray, molto utili nel caso in cui si debbano trattare aree di cute con peli e per le zone estese del corpo come schiena, spalle e tronco
  • Polveri che assorbono il sudore e l’umidità e sono particolarmente indicate per il trattamento del piede d’atleta o tineas pedis
  • Smalti medicati per il trattamento delle onicomicosi, i funghi che attaccano le unghie

Per ottenere un risultato ottimale e la completa guarigione dall’infezione, il trattamento con antimicotici topici deve essere costante. Nel caso in cui compaia una recidiva, è probabile che si sia interrotto il trattamento troppo presto, non che il farmaco utilizzano non sia efficace. È necessario proseguire nell’applicazione del prodotto anche qualche giorno dopo la scomparsa dei sintomi, in modo da garantire l’eradicazione dei miceti e l’eliminazione totale delle spore che potrebbero causare una re-infezione.

Quando si applicano i prodotti topici, occorre prestare attenzione e spargere il medicamento non soltanto sulla zona interessata dall’infezione, ma anche nell’area vicina, in modo da scongiurare un’estensione della problematica. Solitamente non vi sono particolari controindicazioni legate all’uso di farmaci antifungini per uso topico. Gli unici effetti collaterali riscontrati, piuttosto rari, sono irritazioni e reazioni di ipersensibilità con bruciore, arrossamento (eritema) e prurito.

I farmaci per uso orale possono essere prescritti soltanto dal medico specialista e vengono utilizzati solitamente per le infezioni molto estese oppure quando il fungo non ha attaccato la pelle ma gli organi interni o ancora nel caso in cui i trattamenti topici si rivelino scarsamente efficaci per il tipo di infezione contratto. Gli antifungini da assumere per via orale hanno effetti collaterali più evidenti e fastidiosi quali nausea, vomito, diarrea, cefalea e rash cutaneo. La terapia di questo tipo oltre a combattere le micosi cutanee, ha effetti anche sui lieviti che risiedono nel tratto digerente, distruggendoli. La conseguenza è la disbiosi intestinale che, come abbiamo evidenziato in un articolo dedicato al microbiota intestinale (chiamato erroneamente flora batterica), determina una vasta serie di disturbi.

Per contrastare le verruche, invece, si utilizzano prodotti cheratolici a base di acido salicilico o acido lattico che consentono il distacco dell’epidermide. Questi trattamenti devono essere utilizzati in modo regolare e prestando una certa attenzione nell’applicazione, proteggendo la pelle sana dal contatto con il prodotto. Per farlo, si può utilizzare della vaselina. Le verruche possono essere asportate con altre tecniche, per esempio per mezzo della crioterapia con azoto liquido o con neve carbonica, con laserterapia, la diatermocoagulazione oppure attraverso l’escissione chirurgica.

 

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